Libretto
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Transcription of the original libretto, for PENELOPE 25 slightly cut in some recitatives
Transcription: Alfred and Christine Noe, 2024
Atto Primo | Atto Secondo | Atto Terzo
Atto Primo
1 Sinfonia
SCENA I.
Ulisse, e Tersite.
2 Recitativo
Ulisse
Grazie agli dii. Tersite, Itaca è questa.
Tersite
Va ben; ma perché a me sì ricche vesti:
e perché Ulisse in sì meschino arnese?
Ulisse
Sai qual turba d’amanti
di Penelope al cor qui faccia guerra.
Tersite
Sembra strada comun terreno incolto;
e al non guardato miel corron le mosche.
Ulisse
Sai, che a me d’usurparla ognun pretende.
Tersite
Di marito lontan questo è il destino.
Ulisse
E sai, ch’essa li soffre.
Tersite
Di moglie abbandonata uso, e ragione.
Ma scuopriti: e finita ecco la tresca.
Ulisse
No. Cadan pria gli audaci; e pria si scuopra
della sposa la fede, o ’l tradimento.
Tersite
Eh! non cercar malanni. In simil caso
credi, il miglior partito è chiuder gli occhi.
Ulisse
Non più. Tu sei mio schiavo. A tutti ignoto
qui puoi servir a’ pensier miei.
Ti vegga
Penelope. Tu Antifate déi dirti,
de’ Lestrigoni il prence, e d’essa amante.
Tersite
Io di tanti rivali esposto all’ire?
Ulisse
Ulisse è in tua difesa.
Tersite
Io di te mio padron tentar la moglie?
Ulisse
Ti assolve il mio comando.
Tersite
E se del mio sembiante ella si accende?
Pensaci ben. Chiaro ti parlo e tondo.
Io della mia virtù non ti rispondo.
Ulisse
Di questo non temer.
Tersite
Sai, che il più fresco
sovente infra gli amanti è ’l più gradito.
Ulisse
(Sarei ben infelice.) Or servi, e taci.
Tersite
Ma il fingermi qual brami a te che giova?
Ulisse
Stando, qual tuo seguace,
sotto il nome di Acasto a te vicino
meglio vedrò i lor passi, e ’l cor di lei.
Tersite
E s’ella ti conosce?
Ulisse
Non fia. Minerva amica
tutto mi fa sperar. Vieni: o qui resta
sinché a mio pro la dea nel tempio imploro.
Tersite
Minerva mi perdoni. Io Bacco adoro.
2 Aria Ulisse
Chiedo al ciel, ch’il mio s’inganni
nel pensier, e nel temer
della sposa ingrato il cor.
La vendetta de’ miei danni
a me fia ben dolce e cara;
ma vendetta troppo amara
fora quella del mio onor.
Chiedo al, &c.
SCENA II.
Tersite, e Telemaco, che discende a terra da uno schiffo; e poi Ulisse dal tempio.
3 Recitativo
Tersite
Io principe, ed amante? Un doppio imbroglio.
Telemaco
(Pur vi riveggo, o patrie sponde. In fine…
Chi fia costui? Tutto si tema.) Amico…
Tersite
Meno di confidenza. Un prence io sono.
Telemaco
E un prence a te favella.
Tersite
Lo credo. (Che farò?) Principe, addio.
Telemaco
(Cresce il sospetto mio.) Cortese almeno
palesami il tuo nome.
Tersite
Antip… Anti… (Mi uscì di mente.) I prenci,
che incogniti se ’n van girando il mondo,
non dan sì facilmente i nomi loro.
Ma tu pria dimmi ’l tuo.
Telemaco
(Sieguansi i cenni
della mia genitrice.) Ormondo i’ sono,
Prence di Creta.
Tersite
Ahimè!
Telemaco
Perfidi!
Ulisse
Iniqui!
Non temer, o straniero. A me, felloni.
Tersite
Quegli è Ulisse, o non l’è? La voce e i panni
dicon di sì;
ma il volto e ’l pelo … Intendo.
Travvidi per paura. Il caso è strano.
Vediam, vediamo un po’; ma da lontano.
3 Aria Tersite
Uh! che guerra!
Uno, due, tre, quattro a terra.
Che fracasso!
Cinque, sei, sette, otto a basso.
Guai a voi se vengo anch’ io.
Vi anderò? Sì, sì. No, no.
Più che a quello del padrone,
la prudenza, e la ragione
vuol, ch’ io pensi al rischio mio.
Uh! che, &c.
SCENA III.
Penelope, e Argene.
4 Recitativo
Argene
Perché restan nel parco i tuoi custodi?
Penelope
Te vuol sola un mio arcano. Or odi, Argene.
È vicino il momento, ov’ io confonda
de’ miei nemici il temerario ardire.
Argene
Son nemici gli amanti?
Penelope
Chi tenta la mia fede è mio nemico.
Argene
Scusa di tutti è ’l creder morto Ulisse.
Penelope
E ’l vantar la sua morte in tutti è colpa.
Ei vive. Il cor me ’l dice; e quando ancora,
(deh! tolga il ciel gli amari auguri!) e quando
sì misera foss’ io, vive al mio affetto,
ed al soglio paterno il caro figlio.
Argene
Caro il chiami: e da te lo allontanasti.
Penelope
Temei funesta ad esso
la mia virtù. Chi dalla madre il regno
ottener non potea, potea cercarlo
nell’eccidio del figlio.
Al rischio il tolsi:
e d’Icaro all’amor mandollo il mio.
Argene
Purtroppo; e appunto all’or, che da Corinto
qui ’l genitor mandommi.
Penelope
Di Telemaco sposa;
e insin da’ tuoi natali a lui giurata.
Argene
Or che giova la fiamma
dai nostri fati accesa?
Indarno i’ l’amo;
e ’l bel nodo che spero, i’ spero in vano.
Penelope
Più non lagnarti, o cara.
Telemaco a noi riede. Ecco l’arcano.
Argene
Telemaco a noi?…
Penelope
Riede; e l’ora è questa,
in cui qui me ’l promette un fido messo.
Argene
O gioie! È noto a’ proci il suo ritorno?
Penelope
No, che in traccia di Ulisse ognun lo crede.
Argene
Può di lui sospettar chi l’odia, o ’l teme.
Penelope
Perciò d’Ormondo, il principe di Creta
ei veste il nome: e amante mio dirassi.
Argene
Ravvisarlo può forse alcun di loro.
Penelope
Pria di salvarlo il tenni occulto a tutti.
Argene
Né de’ rivali suoi temi lo sdegno?
Penelope
Me non già, ma il mio regno aman costoro;
e un rival soffriran meglio in Ormondo,
che in Telemaco un re. Spera: e t’affida.
SCENA IV.
Argene.
5 Recitativo
Argene
Godiam. Lo sposo mio, che mai non vidi
fuorché in quella gentil, che di lui serbo,
mantice del mio ardor, dipinta imago,
tosto vedrò. Godiam; ma nel godere
peno ancor. Troppo è ver, che spirto amante
aspettando un gran bene,
quando lo spera più, più ancor ne teme:
perché ascolta la brama, e non la speme.
5 Aria Argene
Più crudele è la tardanza
quando certa è la speranza,
e il possesso del goder.
Fassi all’ora ogni dimora
un martire del desire,
ed un dubbio del piacer.
Più crudele, &c.
SCENA V.
Ulisse, Tersite, e poi Telemaco.
6 Recitativo
Tersite
Vo’ saper dov’ è Ulisse.
Ulisse
Taci. Quello son io. La dea nel tempio
cambiò il mio volto. Il credi; o qui t’uccido.
Tersite
Questa è una gran ragion. Va, ch’io mi fido.
Telemaco
A te, cui vita i’ deggio…
Ulisse
Al tuo valor la déi. Dove gl’infami?
Telemaco
Altri periro: altri salvò vil fuga.
Ulisse
Così quegli empi. Or di’: tua patria è questa?
Telemaco
In Creta nacqui prence: e ’l nome è Ormondo.
Ulisse
(In Itaca che vuol?)
Telemaco
Ma tu chi sei?
Ulisse
Di Antifate, che vedi: e cui qui trasse
l’amor per la regina, io son seguace.
Tersite
Mi guardi? È ver. Penelope mi piace.
Telemaco
(Ei si confonda.) A me rival tu vieni?
Ulisse
(Anche questo di più.) Che? tu pur l’ami?
Telemaco
Ed amato da lei vengo a bearmi.
Ulisse
(Cieli!) A bearti? E come?
Telemaco
Il nostro amor tutto scuoprir non deggio.
Tersite
Se tu cerchi di più, saprai di peggio.
SCENA VI.
Penelope, Argene dal tempio, e i suddetti; e poi guardie reali, e damigelle di Penelope.
7 Recitativo
Penelope
Che fia? Le guardie. Ormondo a me qual vieni?
Telemaco
Salvo, mercè di lui, da insidie atroci.
Penelope
Insidie? O dii! ma quali?
Argene
(Amor chiuso nel cor s’agita, e freme.)
Telemaco
(Dirle potessi almen, ch’è sua quest’ alma.)
Penelope
(Penan gli amanti.) Or perché l’armi, e l’ire?
Telemaco
L’ire perché in Antifate, o Regina …
Tersite
De’ Lestrigoni, aggiugni, il prence invitto.
Telemaco
… trovo un tuo amante; e l’armi,
perché un rival. Lo sfido. Ei vil si arretra;
ed or per lui stringea l’acciar quel prode.
Penelope
Argene, del mio amor tu Ormondo accerta.
Argene, Telemaco
Sorte felice!
Penelope
Basta. Da voi si guardi
quella vita a me cara. Entro la reggia
tu vieni (a Ter.). E tu lo segui (ad Ul.).
Argene, o Prence (a Tel.),
diratti il forte amor, che qui ti chiama.
Tu del mio cor meglio decidi; e credi (ad Ul.)
anzi alla mia virtù, che alla mia fama.
7 Aria Penelope
Quant’ io t’amo, e quel ch’ io spero (a Tel.)
tu da lei saper potrai:
e da lui tu pur saprai (ad Ar.)
quel ch’ e’ spera, e quanto ei mi ami.
A lui di’, che il suo pensiero (ad Ar.)
ben si accorda a’ voti miei:
e tu pur confida a lei, (a Tel.)
qual foss’ io, ciò che tu brami.
Quant’ io, &c.
SCENA VII.
Argene, Telemaco, Ulisse, Tersite; e poi Dorilla.
8 Recitativo
Dorilla
Qual di voi, perdonate,
della nostra regina è il nuovo amante?
Tersite
Quello i’ sono.
Dorilla
Gentil! vago! galante!
Tersite
(O che bella fanciulla!) E tu chi sei?
Dorilla
Dorilla, di Penelope una schiava.
Tersite
(Bella, e sei volte bella. Usciam d’imbroglio.)
Penelope non più, Dorilla io voglio.
Telemaco
Scuota or sue faci il nostro amore; e ’l foco
che ristretto era duol, sciolto fia gioia.
Argene
Sì: le scuota; e ’l mio ardore, onde i bei lampi
tu non vedesti ancor, tutto or divampi.
8 Argene e Telemaco a 2
Lieto m’arde in seno il core,
poiché a te mostrar mi lice
tutta dell’alma mia la chiara fiamma.
Tal piacere ha la Fenice,
perché mostra il fido ardore
al sol che l’innamora, e che l’infiamma.
Lieto, &c.
Atrio nella Reggia, che corrisponde a diversi appartamenti.
SCENA VIII.
Eurimaco, e Medonte.
9 Recitativo
Eurimaco
Come? da’ tuoi cadrà trafitto Ormondo?
Medonte
Cadrà. Rival temuto a noi si tolga.
Eurimaco
Ce lo tolga, Medonte, un maggior merto;
non l’insidia, o la frode. Io non saprei
chiedere il mio vantaggio a un tradimento.
Medonte
Tanta virtù non ha il mio amor. Sovente
alle frodi più ardite il ciel più arride.
Eurimaco
Vedi, se il ciel ti arrise. Ormondo è salvo.
Medonte
Perfida sorte! (Ah! mal vantai quel colpo.)
SCENA IX.
Penelope, Telemaco, Ulisse, Tersite, e i suddetti.
10 Recitativo
Penelope
Prenci, a voi due rivali
Antifate ed Ormondo, io qui presento.
Medonte
Che? quel barbaro ceffo osa cotanto?
Tersite
Ceffo a me? Sono un prence; e me ne vanto.
Ulisse
Men di furor. La comun sorte ei tenta.
Penelope
Soffro Medonte, Eurimaco, e tant’ altri
tutti al mio cor nemici, e a me tiranni;
piaccia ad essi, ch’io soffra anche costui.
Eurimaco
Siasi; ma qual di noi sarà tuo sposo?
Medonte
A me rispondi,
se ormai sceglier tu voglia
del letto il successore, e quel del trono.
Penelope
No. Questo non fia mai. D’Ulisse io sono.
10 Aria Medonte
No, mi rispondi, e mai?
Tu non dirai così,
quando, tacendo amor,
lo sdegno parlerà.
Verrà, verrà quel dì,
che un sì risponderai;
e vinto dal timor
quel cor si cambierà.
No, mi, &c.
SCENA X.
Penelope, Ulisse, Telemaco, Eurimaco, e Tersite.
11 Recitativo
Eurimaco
Eurimaco non usa
di Medonte l’ardir. Con le minacce
la scelta io non affretto; e ognor mi udrai,
qual m’udisti sin or, discreto amante.
Penelope
Anche tal nome a fida moglie è un’onta.
Ulisse
(Sua fede io non intendo.)
Eurimaco
Tolga il ciel, ch’io t’offenda. Amo il tuo bello;
ma più del bel la gloria tua. Se vive
Ulisse, io troppo onoro
quel degno eroe, per desiar tua destra;
e troppo te rispetto,
per tentar la tua fè. Sol ti dimando,
che se mai degli Elisi…
Penelope
Taci, Eurimaco; e sappi,
che nemmeno la morte
spegner potrà del mio imeneo la face.
11 Aria Eurimaco
Io sarò come un’ape, che gira
rispettosa d’intorno a una rosa.
E amorosa la guarda e sospira;
ma posarsi su quella non osa.
Io sarò. &c.
SCENA XI.
Penelope, Ulisse, Telemaco, e Tersite.
12 Recitativo
Penelope
Può ritirarsi alle sue stanze il Prence.
Ulisse
Intendo. E resti Ormondo.
Telemaco
Grand’ uopo qui mi ferma.
Ulisse
M’è noto. Il vostro amor.
Penelope
Troppo t’inoltri.
Ulisse
Le ragioni d’Antifate difendo.
Tersite
Sol la schiava i’ pretendo.
Penelope
Qual ragione ti sogni? Io son d’Ulisse.
Ulisse
(Perfida.) E Ormondo abbracci?
Penelope
Non mi tolgo al mio sposo amando il prence.
Ulisse
(Sfacciato ardir!) A te chi ciò permette?
Penelope
Ulisse. Or taci, e parti.
Ulisse
(Ulisse? empia bugia!) M’accheto, e parto.
(Infelice sarò, ma vendicato.)
Tersite
Riniego la regina, e ’l principato.
SCENA XII.
Penelope, e Telemaco.
13 Recitativo
Penelope
Or di Ulisse che rechi?
Telemaco
Nulla; e teco ne ho pena.
Penelope
Questo indugio fatal del suo ritorno
aggiunge agl’importuni audacia, e speme.
Telemaco
Soffri, ch’io mi palesi.
Penelope
Pria si attenda, che pronti
sieno i vassalli a sostener con l’armi
la mia fermezza insieme, e i miei rifiuti.
Telemaco
Io solo ho cor per la comun vendetta.
Penelope
Lodo il valor; ma un rischio
t’insegni a temer gli altri.
Siegui a fingerti Ormondo; e nell’amante
meglio si asconda il figlio.
Telemaco
O ciel! duolmi, che il zelo di mia salvezza
te faccia creder rea d’indegni affetti.
Penelope
Virtù mi assolverà. Serve talvolta
una colpa apparente
al trionfo maggior di chi è innocente.
13 Aria Penelope
Così giova al sol nel cielo
qualche fosca nuvoletta
che tal’or men chiaro il rende.
Perché sciolto poi quel velo
dalla forza de’ suoi rai,
più che mai brilla, e risplende.
Così, &c.
SCENA XIII.
Telemaco.
14 Recitativo
Telemaco
Telemaco, sei figlio. Offeso è Ulisse:
Penelope è insultata. Il tuo dovere
a te chiede virtù: chiede valore.
Avrò quella: avrò questo; e con entrambi
difenderò dall’onte, e dagl’insulti
del Padre il nome: e della madre il core.
14 Aria Telemaco
All’or che in nobil cor ragione è offesa
chiama per suo campione il giusto sdegno.
E questo armato e pronto in sua difesa
tragge con il valor l’arte, e l’ingegno.
All’or, &c.
SCENA XIV.
Dorilla, e poi Tersite.
15 Recitativo
Dorilla
Mi fa la ronda il prence. O qual ventura,
se, come par, di me invaghito ei fosse!
Tersite
Eccola. Mia Dorilla … Eh! più ti accosta.
Dorilla
Signor, so con i prenci il dover mio.
Tersite
Di quelli non son io. Vado alla buona …
Dorilla
Sì: ma d’altro parliam. Poss’ io servirti?
Tersite
E come ben.
Dorilla
Son pronta. Hanno le schiave
molto poter sul cor delle padrone.
Tersite
Che? mezzana? Io son servo alla regina;
ma schiavo della schiava; e schiavo assai.
Dorilla
Tu mi burli; e di me prendi solazzo.
Tersite
(Questa principeria mi fa imbarazzo.)
Dorilla
Per altro s’ io credessi… (Ei viene all’esca.)
Tersite
Dorilla sarà nostra.
T’impegno la parola principesca.
Dorilla
M’inchino alla parola,
ma ch’ io possa esser tua non v’è rimedio.
Tersite
Che? son io forse un prence da intermedio?
Dorilla
Il tuo grado dal mio troppo è lontano.
Tersite
Ti sposerò con la sinistra mano.
Ma di’: come sei schiava?
Dorilla
Ad Ulisse mi diè Circe la maga;
ed ei mandommi alla consorte in dono.
Tersite
Sai tu l’arti di Circe?
Dorilla
Verbi grazia?
Tersite
Cambiar gli uomini in bestie.
Dorilla
Oh, Circe non è sola. Astuzia, e frode
spesso di un uom fanno una volpe, o un lupo.
Tersite
Vestir di umana forma gli animali.
Dorilla
Circe sola non è. Fortuna, ed arte
spesso fanno un grand’ uom di un can, di un gatto.
Tersite
Taci, taci. Or da Circe e che imparasti?
Dorilla
Scherzi innocenti, e gentilezze amene.
Tersite
Vedianne qualche saggio.
Dorilla
Oh, questo no. N’avresti orrore, e tema.
Tersite
Antifate non sa che sia paura.
Dorilla
Osserva questo sito. Or guarda.
Tersite
O bello!
Dimmi, dimmi: chi è quello?
Dorilla
Il nume Apollo.
L’altro è Pane.
Tersite
Pan fresco?
Dorilla
Il dio de’ boschi.
Tersite
Bello! Di marmo son?
Dorilla
Di marmo.
Tersite
È vero.
Dorilla
Qui s’onori un tal prence.
15 Aria Dorilla
Viva quel prence invitto,
che il seno mi ha trafitto:
e mi ha legato il cor.
16 Recitativo
Tersite
O bello! o bello! o bello!
Dorilla
Or si ascolti anche l’altro.
16 Aria Tersite
Viva la bella schiava,
che il cor dal sen mi cava
col suo gentile amor.
O bello!
Dorilla
Ringraziarli ora conviene.
17 Recitativo
Tersite
Bel dio, che de’ caproni… O brutto! o brutto!
Dorilla
Che? forse il capo hai rotto?
Tersite
Mi ha risposto il dio Pan con il fagotto.
Dorilla
Rendi pur grazia all’altro.
18 Recitativo
Tersite
Andiam.
La cetra io bacio…
O Dio villan!
Dorilla
Raffrena il labbro ardito.
Tersite
Tu vedi. Il biondo arcier m’ha ben colpito.
Dorilla
Scherzo innocente! Or mira.
Tersite
In malora così vadan que’ numi.
Dorilla
Ferma. A chiederti scusa or qui li vedi.
Tersite
Ad essi ho perdonato. Ahimè! son morto.
Dorilla
Partite, o cari numi.
Tersite
Il marmo ha moto?
Dorilla
Son partite le statue.
Tersite
Oh! lode al cielo.
Cieli! Dorilla! Ahimè! stelle! soccorso!
Dorilla
Paventa di due draghi alma sì brava?
Tersite
Sien maledetti i draghi, e ancor la schiava.
18 Tersite e Dorilla a 2
Tersite
Quello è un fiero basilisco,
che col guardo m’avvelena.
Quello è un drago attossicato,
che col fiato già mi uccide.
Ahi! ahi! ahi!
Io mi moro di paura.
Falli, o dèi! falli sparire,
o mi sento spiritare.
O che griffe, ahimè! che denti!
O che caso! o che sciagure!
Dorilla
Mi confondo, ed io stupisco,
che ti prendi tanta pena.
Di un tal prence spaventato
con ragion Dorilla ride.
No, no, no.
Non bisogna aver paura.
Posso ben farli venire;
ma non posso farli andare.
Sono scherzi, ma innocenti.
Ti conforta, e ti assicura.
Atto II
Camera nobile di Penelope con porta praticabile nel prospetto, per la quale si passa alla ritirata, o sia gabinetto di essa.
SCENA II.
Telemaco, e le suddette.
20 Recitativo
Telemaco
Argene … (Qui Dorilla.)
Argene
Ormondo a che qui viene?
Telemaco
A bear mie pupille in lei, che adoro.
Dorilla
In Penelope. Il so. Verrà qui tosto.
Argene
Creder ben puoi quanto godrà quel core.
Telemaco
Tu, che sai del mio amore …
Dorilla
Sì, confida in Argene. Essa cortese
porterà le parole; e seco anch’ io
farò per tuo soccorso il dover mio.
20 Aria Dorilla
Servir di altrui gli amori
è ’l mio maggior piacer,
perché non so veder
languir gli amanti.
Sospiro con que’ cori,
ch’ io sento sospirar;
e spesso a lagrimar
mi tragge la pietà
degli altrui pianti.
Servir, &c.
SCENA IV.
Dorilla, e i suddetti.
22 Recitativo
Dorilla
Eurimaco, Medonte, e gli altri tutti
chieggon di te, o Regina.
Penelope
Colà tu vanne, o Prence.
Il trovarti qui solo esser potria
o di tua vita, o del mio onor periglio.
Telemaco
Cedo al saggio consiglio, e là mi ascondo.
Dorilla
Uopo non ha del favor nostro Ormondo.
22 Aria Telemaco
Cedo al rischio del tuo onor,
non a quel del viver mio.
Ho ragione, e avrei valor
per punir l’empio disio;
ma tua gloria è il mio timor:
e per lei temer degg’ io.
Cedo al rischio, &c.
SCENA V.
Penelope, e Argene; e poi Eurimaco, Medonte, e i proci.
23 Recitativo
Medonte
Per tutti
intimo al tuo rigor, che a noi si arrenda;
e ch’ oggi scelga il successor di Ulisse.
Penelope
Oggi? Parlo a Medonte, e parlo a tutti…
Eurimaco
No. Eurimaco ne traggi: e poi rispondi.
Penelope
A me la resa intimi? Intimo a voi
il dover disperar. A chi ancor vive,
l’inutil successor mal si destina.
Medonte
Assisa mi ascoltasti;
e assisa ancor rispondi a tanti prenci?
Penelope
Di voi nessuno è re, com’ io regina.
Medonte
Or questo re si faccia. Ulisse è morto.
Telemaco è lontan. Del regno erede
qui veggo Argene. Essa, che n’ha i diritti,
scelga il re nel marito, e te confonda.
Penelope
Tu di Argene mi parli? Essa risponda.
Argene
All’iniqua proposta, ov’ io detesto
l’ingordigia, e l’audacia in un raccolta,
l’ira, che mi arde in volto, e ’l mio tacere
bastar dovria; ma se non basta, ascolta.
23 Aria Argene
In chi mi ama, e in chi qui regna
il mio amore, e ’l mio rispetto
ha il suo sposo, ed ha il suo re.
Empia brama, ed arte indegna
è il sedur sì puro affetto:
è il tentar sì nobil fè.
In chi, &c.
SCENA VI.
Ulisse, Tersite, Dorilla, e i suddetti.
24 Recitativo
Medonte
Vediam. Questo è ’l diadema,
che destinato al nuovo re dicesti.
Penelope
Sì: ma quando perdessi e sposo, e figlio.
Medonte
Siasi. Noi siam delusi.
Più che inoltrare, il tuo lavor si arretra.
Penelope
Un error della man corregger volli.
Eurimaco
L’arte ciò richiedea. Soffriam l’indugio.
Medonte
Lo soffra un’alma vil. Di questa frode
ti pentirai. Tolgasi, amici, ad essa
la regale corona,
che là dentro ella serba. All’or risolva:
e pensi al re, che dée portarla. Andiamo.
Eurimaco
L’impeto cieco arresta.
Ulisse
(No ’l soffrirò.) Vieni. La porta io t’apro.
Ma pria quell’empio cor … Stelle! che veggio?
Medonte
Freno l’impeto, sì; ma non fia spento
né il mio giusto furor, né il tuo spavento.
24 Aria Medonte
Par che ceda il vento irato
a una pianta
che ostinata,
non si piega, e a lui contrasta.
Ma se poi rinforza il fiato,
o la schianta,
o lacerata
a resister più non basta.
Par che, &c.
SCENA VII.
Penelope, Ulisse, Eurimaco, Dorilla, e Tersite.
25 Recitativo
Ulisse
(Per celar l’onte mie celo il mio sdegno.)
Penelope
Udiste mai più temerario amante?
Ulisse
Più temerario non l’udii; ma il vidi.
Penelope
(Ormondo ei vide.) Ha troppo ardir Medonte.
Ulisse
(E pur tacer conviene.) Il dica Ormondo.
Eurimaco
Con noi gareggia uno straniero ignoto?
Ulisse
Sarovvi, ov’ io mi scuopra, orrore, e tema.
Penelope
Tu parli molto franco. Or di’: chi sei?
Ulisse
Basti il dirti, che fui di Ulisse amico.
Penelope
Del mio Ulisse?
Eurimaco
E suo amico in lei pretendi?
Ulisse
Per contenderla agli altri.
Penelope
Dimmi: vive il mio sposo? A me ritorna?
Ulisse
Invan più da me chiedi.
Penelope
Parla. Dove il vedesti? Ove il lasciasti?
Ulisse
Miglior tempo si attenda; e saprai tutto.
Penelope
Tempo miglior? Crudele indugio! Ah! dimmi …
Ulisse
Basta. Or solo dirò, che anch’ io pretendo.
Penelope
Pretendi, sì; ma nulla spera. Intanto
per sostener de’ tuoi rivali a fronte
con decoro maggior la tua contesa,
vesti più degne avrai da me. Dorilla,
tu le prepara. Vanne. A me poi riedi
per parlar del mio Ulisse. O amor felice!
o fede consolata! o dì giocondo!
Ulisse
Al tuo gaudio, al tuo amore, e alla tua fede
creder vorrei; ma me ’l contrasta Ormondo.
25 Aria Ulisse
S’io credo a quel che ascolto,
plauso, ed onor ti deggio:
se credo a quel che veggio…
senza parlar di più, tu lo comprendi.
Sinch’ io potrò, sepolto
terrò il mio dubbio in petto;
ma poi se un altro oggetto…
ah! ch’ io no ’l posso dir, ma tu m’intendi.
S’io credo, &c.
SCENA VIII.
Penelope, ed Eurimaco.
26 Recitativo
Eurimaco
Mi perdona, a un ignoto,
e forse a un impostor così dai fede?
Penelope
Nobil parmi, e verace.
Eurimaco
Cedo a’ giudizi tuoi; ma che ne speri?
Penelope
Saper, che Ulisse vive.
Eurimaco
E che Ormondo così perde il tuo affetto.
Penelope
No ’l perderà per ciò; troppo ei mi è caro.
Penelope
E pur questo comando è mio dovere,
come tuo l’ubbidirlo.
Eurimaco
O dio! del core
celar potrò, non ammorzar l’ardore.
26 Penelope ed Eurimaco a 2
Il voler spento il [tuo / mio] ardore,
è un comando che mi [onora / accora],
e mia [gloria / pena] in te si fa.
[Mi dimanda l’onor / Troppo affanna l’amor] mio
[questa bella / sì tiranna] crudeltà.
Il voler, &c.
Bagni reali con logge all’intorno, e sedili in diverse parti disposti.
SCENA IX.
Telemaco, e poi Penelope, e poi Dorilla.
27 Recitativo
Telemaco
Il furor di Medonte a grave rischio
la madre, e ’l figlio espose. Ah! troppo temo,
che di Acasto allo sguardo …
Penelope
Egli ti vide.
Telemaco
Me vide lo straniero?
Penelope
Ed in te sospettò dell’amor mio.
Telemaco
Deh! mi scuopri; e ’l tuo amor così discolpa.
Dorilla
Viene Acasto a’ tuoi cenni.
Penelope
Venga. Tu qui d’Ulisse
all’amico di lui ben cela il figlio.
SCENA X.
Ulisse, Dorilla, e i suddetti.
28 Recitativo
Penelope
Or di Ulisse parliam. Fosti suo amico?
Ulisse
Ne’ suoi disastri ognor compagno ei m’ebbe.
Penelope
Mi amava qual io l’amo ancorché assente?
Ulisse
Principesse di Creta e’ mai non vide.
Penelope
Credea fida la moglie?
Ulisse
Tal la crede, o la spera ogni marito.
Penelope
Siegui. Dove il lasciasti?
Ulisse
Ci divise in Corcira iniquo fato.
Telemaco
Vive salvo quel prode?
Ulisse
(Cerca s’ei vive: e ne disia la morte.)
Penelope
Quando credi ch’ei rieda?
Ulisse
(Vicino il brama: e pur lontan le piace.)
Penelope
Parla. Col tuo tacer tu mi tormenti.
Ulisse
(Che tardo?) Prendi. Ecco di Ulisse un foglio.
Penelope
O foglio! o note!
Ulisse
(Or ben vedrò quel core.)
Penelope (Legge.)
“Penelope consorte.
Da fier malore oppresso, e da disagi…”
Ahimè.
Telemaco
Cieli! che fia?
Ulisse
(Turbansi entrambi.)
Penelope
“Non attendo in soccorso altro che … morte.
Acasto, il fido amico
ti recherà per me l’ultimo addio…”
Come? che leggo?
Telemaco
Aspra sciagura!
Ulisse
Leggi.
Penelope
“Datti pace … Il destin così prefisse.
Raccomando al tuo zelo, ed al tuo amore
il regno, il figlio … e ’l tuo fedele Ulisse.”
Morì dunque il mio sposo?
Ulisse
Chiusa la carta, ei chiuse gli occhi al giorno.
Penelope
E questo è ’l suo ritorno? E questo … o stelle …
Telemaco
(Se qui rimango, il mio dolor mi scuopre.)
Ulisse
(Ancor non so quel che più creder deggio.
O una grand’ arte, o una gran fede i’ veggio.)
Penelope
Dunque sin’ora io vissi …
Dorilla
Spera. Fa cuor. Non mancheranno Ulissi.
Penelope
Vissi dunque sin’ora a tal sciagura?
Numi, a ciò mi serbaste? Ulisse è morto,
ed io vivo, e vivrò? No, acerbi fati.
Viva il figlio al suo regno;
ma non la sposa al suo dolor. Saria
crudeltade inudita
a chi viver non può lasciar la vita.
28 Aria Penelope
Se ’l mio sposo a me rapiste,
della vita che mi resta,
me private, o ingrati Dei.
Mi tradiste; e non è questa
la promessa, onde nodriste
la mia speme, e i voti miei.
Se ’l mio sposo, &c.
SCENA XI.
Tersite, e Dorilla.
29 Recitativo
Tersite
Scherzi innocenti, e gentilezze amene?
Dorilla
Deh! taci, o Prence, taci. Ho già perduta
d’esser tua la speranza. Ulisse è morto;
e so, che la regina or tu vorrai.
Tersite
Morto Ulisse?
Dorilla
Ei lo scrive: e Acasto il dice.
Tersite
Acasto? (Intendo.) Et tu sua morte or piangi?
Dorilla
Non pian-piango per lui;
ma per te, ch’ io pe-perdo.
Piango per voi, lumi sereni e vaghi.
Tersite
Non pianger. Sarai mia. Ma … senza draghi.
Dorilla
Draghi non più, ma grati oggetti. Guarda.
Tersite
Così, così mi piace. E chi è colei?
Dorilla
Una ninfa gentil del regal bagno.
Tersite
S’ella volesse, io le sarei compagno.
Dorilla
E Dorilla?
Tersite
Scherzai. Te sola adoro.
Dorilla
Ora un suono udirai,
che tocca il cor, foss’ egli ancor di pietra.
Tersite
L’udrò, purché non sia fagotto, o cetra.
29 Aria Tersite
Bravo! bene! meglio! buono!
O che man! che gentil suono!
Lalerà, lalerà, lalerà.
Mi vien voglia di ballar.
Bell’arpeggio! amabil trillo!
Tontoron, tontoron, tontoron.
Mi disfaccio. Mi distillo;
e mi sento in gloria andar.
Bravo, &c.
30 Recitativo
Dorilla
Sediam.
Tersite
Sediam.
Dorilla
No. Senza incomodarti.
Le sedie qui verran. Vedi.
Tersite
Dorilla …
Dorilla
Temi.
Tersite
No.
Dorilla
Dunque siedi.
Tersite
Per me sto meglio in piedi.
Dorilla
Or via. Che pensi?
Tersite
Che se come da lor qui son venute,
così se ’n vanno ancor, mi rompo il collo.
Dorilla
Caro Prence! deh! siedi.
Tersite
Sedia, se vuoi partir, pria me l’avvisa.
Dorilla
Che dici di quel suono?
Tersite
Io ne son pazzo.
Dorilla
Tu lodi il suon; ma guardi ognor la ninfa;
ed io ne son gelosa.
Tersite
Qual gelosia dar possa
chi mai non mi parlò, non so comprendere.
Dorilla
Oh! son molte le ninfe,
che anche senza parlar san farsi intendere.
Ma vi rimedierò. Guardala adesso.
Tersite
La ninfa è diventata una fontana?
Dorilla
Sì: perché spento in lei resti il tuo fuoco.
Tersite
Non ardo, che per te.
Dorilla
Sarò tua sposa?
Tersite
Sposissima.
Dorilla
E anderemo? …
Tersite
Al principato.
Dorilla
Buon paese?
Tersite
Così.
Dorilla
Grande?
Tersite
Non troppo.
Dorilla
Bel sangue?
Tersite
In me tu ’l vedi.
Dorilla
Tratto gentil?
Tersite
Non sempre. I miei vassalli
vivono per lo più di carne umana.
Dorilla
Anche di femminina?
Tersite
Eh! costa troppo.
Sì che tu mi ami?
Dorilla
Assai.
Tersite
Perché son prence?
Dorilla
Se fossi anche uno schiavo io t’amerei.
Tersite
(Indovina è costei.) Poh! che gran caldo!
Dorilla
Se non m’inganno, un freddo grande io sento.
Tersite
Sarà il mio amor, che scalda l’aria intorno.
Dorilla
Vuoi rinfrescarti? Zeffiri, venite;
e qui spirate i vostri fiati ameni.
Tersite
Sui zeffiri io sedeva? Adagio, adagio.
Dorilla
Date ristoro alle sue fiamme ardenti.
Tersite
È troppo. È troppo. O zeffiri insolenti!
30 Dorilla e Tersite a 2
Dorilla
Il suo foco voi temprate,
freschi e dolci zeffiretti.
Egli avvampa di calore.
Presto. Presto. Ancora soffiate.
Soffian poco; ed io vorrei
pur vederti ristorato.
Come va? Gran caldo ancora?
Sì: partite, e poi tornate.
Tersite
Zeffiretti, deh! fermate
il furor di que’ soffietti.
Sento il freddo insin nel core.
Basta. Basta. Andate. Andate.
Soffian troppo; e non saprei
più resistere al lor fiato.
Per pietà gite in malora.
No: vediamci, ma d’estate.
Il suo, &c.
Atto III
Terrazzo nella reggia, che serve per un delizioso giardinetto ritirato di Penelope.
SCENA II.
Telemaco, Argene, e i suddetti; e poi Penelope.
32 Recitativo
Medonte
Udite: io voglio
in Itaca regnar: e infra di voi
cerco la man, che dée condurmi al soglio.
32 Aria Medonte
Sperando, e temendo,
amando, e tacendo,
languir non mi piace;
penar io non so.
Lusinghe, ed affanni,
ripulse, ed inganni
da un labbro mendace
soffrir più non vo’.
Sperando, &c.
SCENA III.
Penelope, Argene, Telemaco, ed Eurimaco.
33 Recitativo
Penelope
Del mio crudo destino ei troppo abusa.
Argene
Solo il regno è ’l suo amor: sua brama il trono.
Telemaco
Orgoglio, ed interesse in lui si tema.
Eurimaco
Nulla si tema in lui. Quand’ altro ei tenti,
sarò vostra difesa, e suo gastigo.
Nulla si tema. Io salverò in Argene
di Telemaco il core. In me il sostegno
della tua libertade avrai, Regina.
33 Aria Eurimaco
Se il tuo core io non avrò,
penerò;
ma lagnarmi non mi udrai.
Sol me stesso accuserò;
e dirò:
cor sì bel non meritai.
Se il tuo, &c.
SCENA IV.
Penelope, Argene, e Telemaco.
34 Recitativo
Penelope
Fra il duol del morto Ulisse, e fra il disio
di te, che credon lungi,
freme il cor de’ vassalli. Un re si vuole;
e perché l’hanno in te, convien scoprirti.
Telemaco
Facciasi; ma tu, madre, a regnar siegui.
Mi basta aver sul cor di Argene il regno.
Argene
E ’l servir a’ tuoi cenni è il sol mio fasto.
Penelope
No. Dée regnar del prode Ulisse il figlio:
e con lui la sua sposa.
Telemaco
M’inchino al tuo volere.
Argene
Ciò che vuol l’idol mio, vuol pur quest’alma.
Penelope
Bel ristoro a’ miei mali è l’amor vostro.
Telemaco, tu l’ama
qual mi amò sempre, ahi! rimembranza amara,
il tuo buon genitore; e qual io sempre
il caro Ulisse amai, tu lui pur ama.
Argene
Sì, l’amo, e l’amerò. Legge, ed esempio
mi fia, come il tuo amor, così tua fede.
Sì, Telemaco, io t’amo;
e sempre al tuo risponderà il mio core
ciò, che al ruscel l’erbetta, e all’aura il fiore.
34 Aria Argene
Quel ruscel dice all’erbetta:
Te sol amo: ed essa all’ora
li risponde – baciando quell’ onde:
Te sol amo, o amabil rio.
A quel fior dice l’auretta:
Te sol bramo: ed egli ancora
a lei dice – contento e felice:
Te sol bramo, o cara, anch’ io.
Quel, &c.
SCENA VI.
Penelope, Tersite, e Dorilla.
36 Recitativo
Tersite
Non temer. Te sol bramo.
Dorilla
Non mi tradir. Te qui Dorilla ascolta.
Penelope
A che qui resti? Vanne.
Dorilla
Temea, che tu svenissi un’altra volta.
Tersite
Regina, Ulisse è morto. Io me ne rido.
Da me n’avrai, se tu lo brami, un altro.
Penelope
Empio, con tal proposta a me tu vieni?
Tersite
Odimi; e poi mi sgrida.
Penelope
Che udir poss’ io? Chi dar mi puote Ulisse?
Tersite
Il dartelo, se vuoi, sta in questa mano.
Penelope
La tua mano detesto. Ascolta, o Prence …
Tersite
E che ascoltar poss’ io? Prence non sono …
Penelope
È ver: tale non sei,
poiché sì vile al morto Ulisse insulti.
Tersite
Ulisse non è morto. Io son Tersite,
schiavo di lui. Per suo comando fingo
l’amante e ’l prence. Ad esso e pelo, e faccia
cambiò Minerva; e a te si dice Acasto.
Penelope
Cieli! e fia ver? Quale mercè dar posso …
Tersite
Nulla voglio da te, fuorché Dorilla.
Penelope
Sì: tua sposa l’avrai. Taci l’arcano;
e al tuo signor sempre fedel ti mostra.
Tersite
Tu pur taci, se puoi. (Dorilla è nostra.)
Penelope
Tutto puote la diva. Or ben comprendo
d’Acasto i detti. O del mio caro Ulisse
ingiusta gelosia! ciechi sospetti!
Ma in lui vi punirò. Sarà mio vanto,
ch’ ei vi detesti: e che ragion mi renda
della cruda impostura, e del mio pianto.
36 Aria Penelope
Torna a bearmi il cor,
più lieto, e più vivace,
con la tua bella face,
o amor di sposa.
Contenta del suo bene,
già vinse ormai le pene
di un passagger dolor
l’alma amorosa.
Torna, &c.
SCENA VII.
Ulisse, e Penelope.
37 Recitativo
Ulisse
Sì tosto nel tuo cor l’amor di sposa
vedova tu richiami? E nuove faci
per te, spente le prime, ardon sì tosto?
Penelope
(Mi udì.) Qual meraviglia? Ulisse è morto.
Ulisse
(Questa è sua fede.) E quel dolor, che eterno
per lui vantasti, or passagger tu chiami?
Penelope
A fronte del piacer scema il dolore.
Ulisse
(Falso duol! finte smanie!)
Qual piacer tanto puote entro a quell’ alma?
Penelope
Quel di vedermi ancor regina, e moglie.
Ulisse
(Perfidia enorme!) E che? scelto hai lo sposo?
Penelope
Amor lo scelse: ed oggi al cielo il debbo.
Ulisse
(Ormondo è questo.) Io mi trovai presente,
quando affrettata a maturar la scelta,
rispondesti così: Nessun ciò speri.
Penelope
Ma tosto aggiunsi: Insin che vive Ulisse.
Ulisse è morto; e in mio poter mi veggo.
Ulisse
(Troppo libero vanto.) Offendi il laccio,
che a lui ti strinse: e forse
negli Elisi or lo cruccia ira, e dispetto.
Penelope
Non si turba per noi chi è già beato.
Ulisse
(Empio cor! core ingrato!) Eh! si richiami
Telemaco lontano;
e serba a lui del morto padre il regno.
Penelope
Ei regnerà, quando agli dii ciò piaccia.
Ulisse
(Madre è costei?) Fia re chi fia tuo sposo?
Penelope
Dal marito il regnante io non divido.
Ulisse
(Me col figlio tradì.) Quando ciò fia?
Penelope
Pria che il sol cada; e te presente io bramo.
Ulisse
Verrò. (M’agita il duolo, e mi avvelena.)
Penelope
(Della sua gelosia questa è la pena.)
Ulisse
Verrò; ma se mi credi, arresta un voto,
che a quel di Ulisse, e all’onor tuo fa torto.
Penelope
Il mio onore è mia cura: e Ulisse è morto.
Sala reale con trono nel prospetto, e due sedie sopra di esso.
Dalle parti due scalinate, per le quali si discende dalla sala medesima.
SCENA IX.
Eurimaco, e Medonte con i proci; e poi Ulisse, e Tersite.
39 Recitativo
Eurimaco
Non cedo che ad Ormondo, e a sua fortuna.
Medonte
(Non è ancora scelto: e ancor non empie il soglio.)
Ma che? tu pur vieni?
Tersite
E qui dalla regina avrò la sposa.
Medonte
Da me prima la morte.
Ulisse
Ma pria che egli da te, da me la temi.
Medonte
Un vil soldato a me si agguaglia?
Ulisse
Io vile?
SCENA ULTIMA.
Penelope con le sue damigelle; e poi Argene, Telemaco, e Dorilla.
40 Recitativo
Penelope
Fermate. Onde le risse?
Argene
Soccorso. Da più armati Ormondo è cinto.
Penelope
Ahimè! stelle. Si accorra in sua difesa.
Eurimaco
Regina, o morrò seco: o l’avrai salvo.
Ulisse
(Quello è vero dolor.)
Medonte
(Compiuto è ’l colpo.)
Telemaco
Qual duol? salvo mi rende a te mia sorte.
Penelope
Lode agli dii. Quai furo i traditori?
Telemaco
Io no ’l so; ma le guardie al rischio accorse,
incalzando que’ rei, forse il sapranno.
Penelope
Orsù. Diam fine a tanti mali. Ormondo.
Ulisse
(Preludio al tradimento è quella destra.)
Argene
(Vicino è ’l tuo goder. Respira, o core.)
Penelope
Poiché Ulisse morì, mi chiede il regno
un nuovo re. Me ’l chiede
il comun vostro amor. Me ’l chiede il mio.
Ecco il voto aspettato. Ecco la scelta.
Ormondo, vieni. Qui ti assidi; e regna.
Ulisse
(O voto scellerato! o scelta indegna!)
40 Aria Telemaco
Più che il regno, e più che il trono,
mia delizia è quell’ amor,
che mi vuol sì avventurato.
E il possesso di quel cor
a me sembra il più bel dono,
che sperar poss’ io dal fato.
Più, &c.
41 Recitativo
Penelope
Avrai quel core: e quell’ amor godrai.
Telemaco
Bacio la degna man che mi alza al trono.
Eurimaco
Io primo al voto applaudo; e ’l re qui onoro.
Ulisse
Ormondo usurperà di Ulisse il regno?
Penelope
Ulisse regnerà quando ei risorga.
Tersite
Regina… tu m’intendi…
Medonte
Io con questi mi oppongo alla tua scelta.
Penelope
Opponti, sì; ma regni Ormondo; e seco
la cara sposa. Argene.
Argene
Umil ti ascolto.
Penelope
Colà ti assidi. A voi quel trono io cedo.
Ulisse or che dirà?
Eurimaco, Ulisse, Medonte
Cieli! che vedo?
Penelope
Telemaco in Ormondo.
Eurimaco
O sagace regina!
Ulisse
O fida moglie!
Penelope
Che tenti?
Ulisse
Ulisse io son; da’ miei sospetti,
non già da morte, oggi al tuo cor risorto.
Penelope
Odi ardita impostura! Ulisse è morto.
Ulisse
Figlio, al tuo genitore …
Telemaco
Penelope me ’l dica; e all’or ti credo.
Ulisse
Tersite, o dio! tu parla.
Tersite
In parola di prence Acasto è Ulisse:
e in parola di schiavo io son Tersite.
Penelope
Altra chioma, altro volto avea il mio sposo.
Ulisse
La dea cambiommi; e non avrò il mio aspetto
prima di mia vendetta.
Dorilla
Uno di lor, che insidiò tua vita,
Medonte autor del tradimento accusa.
Ulisse
Tu assassin del mio figlio?
Medonte
(Io son perduto.)
Penelope
Ah! dell’empio Medonte ognor temei,
quanto sperai nel tuo rispetto, o Prence.
Eurimaco
Ciò ch’era in me rispetto ora è dovere.
Tersite
Penelope … il mio amor di più non dice.
Penelope
Sia Dorilla tua sposa.
Dorilla, Tersite
Io son felice.
Ulisse
Pur vendicato io sono.
Penelope
Ecco il mio Ulisse. Ecco il tuo padre, o figlio.
Ulisse
Telemaco, consorte, infin vi abbraccio.
Figli, godete a vostro nodo applaudo.
Argene, Tersite
O lieta sorte, e bella!
Ulisse
Ora Ulisse mi credi?
Penelope
E tale io ti credei, quando Tersite,
mosso a pietà del mio dolor, mi disse
della dea che implorasti il gran potere.
Ulisse
Ma perché, mia diletta?…
Penelope
Sapremo i casi nostri a miglior tempo.
Ulisse
Perdona, se il timore…
Penelope
Io ti perdono,
poiché vedi qual sia mia nobil fede.
Ulisse
E questo core ogni sospetto obblia;
perché vede, e confessa,
che cruccio di sé stessa è gelosia.
42 Coro
Cor fedele ben sovente
disinganna un cor geloso.
Nel trovar quello innocente
torna questo al suo riposo;
e il sospetto all’or si pente
di un timor troppo ingegnoso.
Cor fedele, &c.